Un ampio progetto teatrale di Marco Filiberti, modulato in prima istanza in alcuni studi preparatori, denominati Cahiers d’Ecriture, quindi, portato al suo compimento nella messa in scena dell’intera Recherche suddivisa in tre parti, proseguimento coerente del cammino intrapreso con opere quali la trilogia Il Pianto delle Muse e, soprattutto, l’opera cinematografica Parsifal, con al centro una precisa visione escatologica e una connessione profonda delle diverse discipline artistiche chiamate a interagire tra loro in modo sinestetico e, addirittura, alchemico, dove la musica va a costituire una vera e propria meta drammaturgia perfettamente connessa con il testo e i sottotesti.

A partire dal 2023 una prima fase del lavoro verte su alcuni Studi preparatori tematici o Cahiers d’Écriture. Incentrati su leitmotiv e categorie del romanzo isolate e indagate con procedimenti analogici, queste performances non sono in alcun modo frammenti incompiuti del futuro spettacolo ma atti iconici intorno alle illimitate prospettive estetiche, letterarie, etiche, spirituali, gnoseologiche e filosofiche del capolavoro proustiano. Il I Cahier, Sulla Gelosia o dell’illusione del possesso di un altro essere umano, si sviluppa in un crescendo vorticoso intorno al tema dell’ossessione inquisitoria dell’amante nei confronti dell’oggetto amato. Marcel con Albertine (sdoppiata in un corpo femminile e in uno maschile), Swann con Odette, Charlus con Morel: da una parte gli amanti, portati quasi alla malattia mentale, dall’altra gli amati, icone inconsistenti di un desiderio proiettivo. Il II Cahier, On dit qu’un prompt départ, verte da una parte su Phèdre come doppio del Narratore e motore di quel sentimento, assoluto e compresso, che è l’amore colpevole e non corrisposto per un oggetto proibito; dall’altro sulle due vedettes del teatro dell’epoca, la Berma e Rachel. La prima, esemplificazione vivente di un’arte classica, ossia archetipica e universale, è per Proust l’unica salvifica e incontrovertibile manifestazione di verità; l’altra, sperimentatrice spregiudicata nella vita e sulla scena, è l’emblema delle correnti d’avanguardia e di un tipo di arte effimera, legata alle mode e ai cambi di gusti del pubblico. Al centro di tutto, segno trasfigurato del flusso di erotismo disperato e colpevole che anima tutto il romanzo, si staglia l’attrazione compulsiva di Phèdre per Hippolyte.